La Sicilia celata, miti e leggende di un’isola ricca di mistero

Quando si dice Sicilia si pensa al mare, a percorsi naturalistici, ad architettura e cibo, ma tra aranceti e fichi d’india, tra borghi barocchi e rovine greco romane si celano anche tradizioni e leggende che arricchiscono i fascino di questa terra unica nel suo genere.

Chi abita in Sicilia sottovaluta spesso la bellezza di quest’isola, il fascino che le sue acque cristalline, le sue spiagge dorate o bianche suscitano in chi non ha la fortuna di abitare a due passi dal mare. Spesso si sottovaluta anche la zona interna, in cui campagne ricche di aranci, fichi d’india, vigneti e ulivi regalano uno spettacolo bucolico da fare impallidire qualsiasi altra zona.

Panoramica dell'Etna
La Sicilia celata, miti e leggende di un’isola ricca di mistero – luoghidelsilenzio.it

Proprio questa varietà paesaggistica, che comprende anche zone tipicamente montane sia sul Parco dell’Etna che sui Nebrodi, si mescola poi alla storia ricca di questa terra. Ancora oggi sono presenti testimonianze della dominazione greco-romana dell’antichità – non solo la valle dei templi ad Agrigento, ma anche i santuari di Selinunte, i teatri a Siracusa, Taormina e Catania (dove c’è anche l’antica urbe visitabile sotto la città) – quelle fenice e arabe nella zona di Palermo e Trapani, quelle del periodo medievale (castelli e fortezze) ed infine borghi in stile barocco in ogni zona dell’Isola.

Da qualche anno a questa parte c’è stata una riscoperta della Sicilia da parte degli italiani e del mondo intero. Il turismo sull’isola è aumentato a dismisura e non c’è periodo dell’anno in cui flotte di visitatori non affollano le vie cittadine, per poi dedicarsi all’esplorazione delle meraviglie paesaggistiche che ha da offrire.

La Sicilia delle leggende

La Sicilia però non è solo arte, paesaggi e buon cibo, questa terra è ricca anche di tradizione e cultura ed ogni borgo, anche il più piccolo, possiede le proprie leggende, storie che vengono tramandate di generazione in generazione e aggiungono colore alle origini della sua popolazione.

I Faraglioni di Aci Trezza
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Una delle più antiche è quella di Capo Peloro – punta nord dell’Isola in direzione della Calabria – e di Colapesce. Secondo la leggenda il personaggio mitico fu costretto a salvare la Sicilia da una calamità che l’avrebbe distrutta. Con eroico spirito, Colapesce si tuffò nelle profondità marine per sorreggere una delle tre colonne che sostengono la Sicilia e da allora sarebbe rimasto lì per non farla affondare.

Altrettanto antica è quella di Aci Trezza, paesino descritto ne I Malvoglia che si trova in provincia di Catania. Chi c’è stato sa che dalla riva si ammirano tre imponenti faraglioni, secondo la leggenda sono i massi che Polifemo scagliò contro “Nessuno” (Ulisse) dopo essere stato accecato con l’inganno.

Sempre nel periodo della Magna Grecia è nata la leggenda di Encelado, gigante che si ribellò a Zeus e cospirò per detronizzarlo e prendere il suo posto sul monte Olimpo. Il padre degli Dei però ebbe la meglio e utilizzando la folgore lo seppellì proprio all’interno del vulcano più grande d’Europa, l’Etna.

Al Lago di Pergusa (Enna) è legato il mito greco del ratto di Proserpina, mentre la fonte Aretusa (Siracusa) sarebbe il luogo prescelto dalla Ninfa Aretusa e dal Dio Alfeo per consacrare il loro amore, pare che chi tocchi le sue acque sia destinato ad una vita ricca di amore, gioia e fertilità.

L’ultima che citeremo è quella legata a Palma di Montechiaro (città in cui è ambientato il Gattopardo): nel Castello di Chiaramonte è presente una statua della Madonna con il bambino e leggenda vuole che in alcune notti particolari questa brilli di luce propria e che durante queste notti sia possibile ricevere dei miracoli.

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