Museo di Arte, Storia e Territorio - Genga (AN)
Museo di Arte, Storia e Territorio - Genga (AN)
Questo museo si trova nel piccolo borgo di Genga e raccoglie opere d'arte, oggetti di culto di proprietà della Parrocchia di San Clemente e di altre chiese che ne fanno parte. Il percorso racconta i sentimenti religiosi della comunità e si sofferma sulle opere di Antonio di Fabriano, straordinari capolavori del Rinascimento marchigiano. Troviamo la presenza di un personaggio storico di grande rilievo: Annibale Della Genga, Papa nel 1823 con il nome di Leone XII. Opere importanti sono il Trittico di Antonio di Agostino da Fabriano, Madonna con il Bambino e i santi Clemente papa e Giovanni Battista; predella, I dodici Apostoli tempera e oro su tavola 1474. Il trittico - dipinto formato da tre pannelli - proviene dall'altare maggiore della parrocchiale di San Clemente a Genga. Al centro raffigura la Madonna in trono con il Bambino che prende dalle mani della madre delle ciliegie, frutto rosso che allude al sangue e dunque al destino di morte di Gesù. In alto si vedono Dio padre e la colomba dello Spirito Santo a simboleggiare la Trinità. I santi sono a sinistra Clemente papa, patrono di Genga, mentre legge nel libro, simbolo delle Scritture; a destra Giovanni Battista, che indica Gesù e con la bocca aperta sembra pronunciare le parole: «Ecco l'Agnello di Dio». Nella predella, a cui manca la parte centrale, si trovano i 12 Apostoli. La statua di San Antonio Abate in terracotta dipinta, e la splendida scultura della "Madonna con Bambino", inizio del XIX secolo marmo bianco scolpito. Questa scultura viene realizzata su commissione di papa Leone XII nella bottega di Antonio Canova, per essere venerata all’interno del tempio di Frasassi, fatto edificare dallo stesso Annibaie della Genga. La Vergine è seduta su una rustica roccia che evoca quella della grotta e guarda intensamente il piccolo Gesù, che volge invece lo sguardo verso l’osservatore. Inoltre in una sala sono esposti i paramenti e il calice di Papa Leone XII.
Il Museo “Arte, Storia e Territorio” nel piccolo borgo di Genga vuole raccontare la straordinaria storia di questo territorio incastonato tra le montagne e caratterizzato dalla presenza della Gola di Frasassi e delle sue cavità carsiche, luoghi che racchiudono un patrimonio di straordinario interesse non solo geologico e naturalistico ma anche storico e culturale. Il museo, inaugurato lo scorso 24 ottobre 2015, si apre con la Sala del Territorio che presenta, attraverso la suggestione delle immagini, la valenza ambientale, storica, artistica e culturale di Genga e del suo territorio.
In particolare, come filo conduttore del Museo è stato scelto il tema della sacralità “dalla Venere del Paleolitico alla Madonna con il Bambino” attraverso due reperti di grande importanza e suggestione che ben documentano la continuità tra i culti preistorici e la venerazione cristiana, evidente soprattutto nella Grotta della Beata Vergine di Frasassi da dove proviene sia la statuetta paleolitica, esposta al Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona, sia l’immagine marmorea della Vergine con il Bambino, uscita dalla bottega del Canova, originariamente venerata all’interno della chiesa fatta erigere, nel XIX secolo, dal papa originario di Genga, Leone XII, all’ingresso della grotta.
Il percorso museale prosegue con due sezioni distinte: la sezione preistorica della Sala Frasassi, illustrata attraverso un percorso per immagini e brevi testi che rimandano ai reperti esposti nel vicino Museo Speleo-paleontologico e Archeologico di San Vittore di Genga, e quella storico-artistica.
La “Sala Frasassi”, illustrata al momento solo da pannelli esplicativi, e che sarà a breve dotata di schermi interattivi, è dedicata ai rinvenimenti archeologici, localizzati in particolare nelle grotte della Gola di Frasassi, e alla sacralità che questi luoghi hanno avuto, con modalità diverse, durante tutta la Preistoria, dal Paleolitico all’età del Bronzo, fino ad epoche storiche. Ne sono testimonianza visibile, all’ingresso della Grotta della Beata Vergine, il piccolo eremo rupestre di Santa Maria infra Saxa, una delle prime manifestazioni del monachesimo benedettino, costruito forse ancora prima dell’anno 1000, e la chiesa a pianta ottagonale eretta nel 1828 dal pontefice Leone XII.
La seconda sezione è costituita dal vero e proprio percorso storico-artistico: inizia con la “Galleria della Memoria” e prosegue con opere e manufatti che vanno dal XV al XIX secolo. Tra questi due opere del pittore quattrocentesco Antonio da Fabriano, paramenti e oggetti sacri appartenuti a Leone XII, il papa Annibale della Genga, oltre a oggetti di devozione popolare e per concludere la splendida statua neoclassica della Madonna, madre amorevole e protettrice.
Dott.ssa Gaia Pignocchi 2015