Museo Cultura Popolare Marchigiana - Ponzano di Fermo (FM)
Un inimmaginabile viaggio nei primi del Novecento attraversando ambienti tipici della tradizione dell'epoca ricostruiti con minuziosità filologica grazie alla passione e all'attenzione di Lauro Lauri che ormai da decenni instancabilmente arricchisce la sua collezione . Il museo è un vero tesoro, una collezione privata così ampia e completa è una rarità. Allestito in uno spazio di 1000 mq, è diviso in tre sezioni: la mostra permanente "I mesi dei campi", le botteghe degli antichi mestieri e la ricostruzione delle scuole. Si entra in un grande salone suddiviso in base ai mesi dell'anno, in ognuno dei quali è allestito un ambiente diverso e in cui sono esposti gli oggetti tipici usati dal contadino in quel particolare mese dell'anno. Si sperimenta una visita come se si attraversasse un lunario, l'antico calendario che scandiva i lavori nei campi in base al susseguirsi delle stagioni. Un crogiolo di arnesi e mezzi di trasporto dai carri colorati ai birocci usati per le più svariate necessità, brocche smaltate, nelle quali era contenuto il vino che le donne portavano nei campi agli uomini che stavano lavorando, madie su cui per anni sono stati impastati pane e pasta, e ancora falci, cesti, contenitori, unità di misura, gioghi, forconi, antichi giocattoli, aratri e tantissime altre utensili che ricordano la fatica compiuta all'epoca ma anche le gioie quotidiane e la routine dei nostri nonni. Si passa alla ricostruzione fedele delle due istituzioni scolastiche per eccellenza: l'asilo e la scuola elementare. I ricordi di quell'epoca diventeranno tangibili scorgendo sopra piccoli banche segnati dal tempo quaderni, pennino e calamaio, carboni per scaldarsi, la divisa della maestra, una vecchia carta geografica, i quadri del Re e del Duce, le vecchie cartelle di stoffa, cuoio o metallo, i libri, "abbecedari" e tanto altro che si potrà scoprire passando tra i banchi. Anche l'asilo espone pezzi unici: il primo box, l'antenato del calcio balilla, giochi metallici e realizzati con materiale di riuso e tanto altro ancora. L'intento che il museo persegue è di far rivivere in maniera emozionale, e non solo didattica e scientifica, ai grandi e ai bambini, le tradizioni del vivere del popolo marchigiano facendo tornare alla memoria o conoscendo per la prima volta, per i più giovani, mestieri che oramai l'industrializzazione e la globalizzazione hanno portato alla scomparsa. Tra le botteghe dei mestieri allestite ci sono: il ramaio, il droghiere, il carradore, il dentista, il cappellaio, lo scalpellino, il calzolaio, il sarto, il barbiere, il farmacista, il fabbro, il falegname, l'apicoltore e il vasaio. Ognuna allestita fedelmente ricca di oggetti originali che stimolano i ricordi e la fantasia per chi li vede per la prima volta. Non mancano sale dove sono ricoverati oggetti di natura diversa per costrizioni spaziali tra cui un grande torchio del 600, l'opera più antica che il museo conserva.
di Laura Lupi