INFORMAZIONI


Scheda

Nazione: Italy
Regione: Lazio
Provincia: Rieti (RI)
Comune: Fara in Sabina
Localita' o frazione: Monte Acuziano
Nome bene: Ruderi Abbazia di S. Martino

Cenni storici

Ruderi Abbazia di S. Martino - Fara in Sabina (RI)

Sulla sommità del Monte Acuziano, di fronte al borgo di Fara in Sabina, sono situati i ruderi di una maestosa abbazia iniziata nel XI secolo e mai terminata. I luogo fu abitato molto tempo prima, e le prime tracce risalgono alla fine dell'età del Bronzo, mentre reperti di epoca romana testimoniano la presenza di una sontuosa villa e di un tempio dedicato alla dea Vacuna. I ruderi sono i resti delle costruzioni iniziate in realtà già nel VI sec. da S. Lorenzo Siro, fondatore dell'Abbazia di Farfa e detto Liberatore perché, secondo la leggenda liberò il paese da un terribile drago. Il toponimo S. Martino prende il nome da una antica cripta-oratorio dedicata a S.Martino Vescovo di Tours. L'oratorio, edificato in una grotta e sulle strutture della villa romana, fu nel tempo ampliato con molte piccole celle ad uso degli eremiti. Papa Sisto IV nel XV secolo lo fece ristrutturare e con l'occasione distrusse antichi affreschi del VI secolo per far posto a nuovi dipinti,anch'essi oggi perduti. Il grande complesso doveva sostituire l'antica Abbazia di Farfa, che ha causa delle lunghe lotte e guerre era ormai ridotta ad un cumulo di rovine. Per questo fu scelto un luogo così impervio e per questo la struttura aveva chiare caratteristiche di chiesa/fortezza. La morte nel tempo dei diversi religiosi che sostennero la sua costruzione determinò il lento ma defintivo abbandono del sito e della costruzione.

I ruderi di San Martino sono i resti di una imponente abbazia risalente all'XI secolo e mai conclusa. I ruderi si trovano in cima al monte Acuziano (489 m s.l.m.), che fronteggia il monte Bruzio su cui sorge l'agglomerato urbano di Fara in Sabina nella provincia di Rieti. La storia dell'abbazia di Fara in Sabina si lega a quella dell'abbazia di Farfa: fu voluta da san Lorenzo Siro, fondatore anche dell'Abbazia di Farfa, per sostituire quest'ultima, distrutta dopo anni di guerra e devastazione. Le testimonianze più antiche risalgono alla tarda Età del Bronzo: sono stati accertati in loco un'antica villa e i ruderi di un tempio dedicato alla dea Vacuna, antica dea sabina. Sui resti della villa sono state edificate celle per gli eremiti, mentre l'oratorio fu costruito in una grotta. Attualmente sono visibili i ruderi della costruzione di san Lorenzo Siro, liberatore di Farfa secondo la leggenda per aver sconfitto un drago. Il nome di san Martino deriva dall'antico oratorio dedicato a Martino vescovo di Tours in cui morì peraltro il cronista farfense dell'XI-XII secolo Gregorio da Catino. Nel XV secolo, papa Sisto IV diede il via a delle opere di restauro che distrussero gli affreschi precedenti. Nel 1097, dato che l'abbazia di Farfa si era schierata a favore dell'imperatore Enrico IV e contro il Papato nella lotta per le investiture l'abate Bernardo II progettò di spostare l'abbazia in un luogo più difendibile, sulla cima del monte Acuziano, ma la costruzione non fu mai terminata per la sopraggiunta morte dell'abate. Nel 1142, pur dopo il passaggio del monastero sotto il controllo dell'autorità pontificia con il concordato di Worms, l'abate Adinolfo I decise di ricominciare i lavori per la costruzione dell'abbazia, ma alla sua morte i lavori si interruppero di nuovo.

Il sentiero
I ruderi di San Martino sono raggiungibili tramite un sentiero ben segnalato e di scarsa difficoltà: l'inizio del sentiero è in località Quattro Venti. Giunti sulla cima del monte Acuziano, oltre a visitare i ruderi dell'Abbazia, attualmente pericolanti, si può osservare il panorama: della valle del Tevere da un lato, del Terminillo Pellecchia e Gennaro dall'altro, e di Fara in Sabina sul colle di fronte. Il monte Acuziano è anche zona di pascolo ovino.

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