INFORMAZIONI


Scheda

Nazione: Italy
Regione: Lazio
Provincia: Viterbo (VT)
Comune: Castel Sant'Elia
Localita' o frazione: Centro storico
Nome bene: Eremo di Anastasio Abbate

Cenni storici

Eremo di Anastasio Abbate - Castel Sant'Elia (VT)

Il Santuario  è situato in una grotta tufacea che domina la valle Suppentonia. La sua storia risale ai primi secoli del cristianesimo quando con l’arrivo dei Figli di S.Benedetto, nel VI secolo, nasce nella Valle il culto della Madonna. Con molta probabilità la Valle accolse i primi anacoreti che introdussero nell’Occidente la vita monastica. Molti di loro abbracciarono poi la regola di S. Benedetto vivendo in alcune grotte scavate lungo la rupe (ancora esistenti).

S. Gregorio Magno scrisse: “L’abate S. Anastasio, notaio di S. Romana Chiesa, aveva preso l’abito di monaco. Ritiratosi in detto luogo, vi menò per molti anni una vita santa e fu diligente custode e superiore del Cenobio” (Dialoghi I, 7). “Questi santi uomini frequentavano con assiduità la Grotta (l’attuale Santuario) nella quale dominava una dolcissima Immagine della Vergine” (S. Pio X, Motu Proprio, 15.8.1912).

Nel 520 i monaci Benedettini costruirono sulle rovine del tempio dedicato a Diana il Cenobio e a loro subentrarono i Canonici di S. Spirito in Sassia di Roma per un breve tempo. Nei cinque secoli di abbandono che seguirono, la venerazione alla Madonna rimase viva tra le popolazioni locali. Con l’arrivo, nel 1777, di Fra Giuseppe Andrea Rodio (1745-1818), incominciò per il santuario una epoca nuova. In 42 anni della sua dimora presso la Grotta riordinò l’interno del Santuario, migliorò la piazzetta antistante e la “Via dei Santi”, l’unico sentiero esistente per accedere alla Grotta che partiva dalla basilica di s. Elia sotto la Rupe della Valle Suppentonia. Per facilitare l’accesso alla Grotta di molti pellegrini concepì l’idea di scavare nel tufo vivo una galleria. Nel 1782 diede il primo colpo di piccone alla roccia e dopo l’instancabile lavoro di 14 anni aprì una scala di 144 gradini. Morì all’età di 76 anni, in fama di santità, l’11.1.1819, e fu sepolto nella tomba da lui stesso scavata presso l’altare della Madonna. Morto il Rodio, la sua opera fu continuata da una serie di eremiti.

Dal 1892 il Santuario venne affidato ai Frati Minori della Provincia di S. Croce in Sassonia. Con il loro instancabile lavoro guidato da Mons. Bernardo Doebbing (1855-1916) il Santuario si sviluppò assumendo l’aspetto odierno. Il numero sempre crescente dei pellegrini fece sì che lo spazio limitato della Grotta Santa non era più sufficiente e si sentì la necessità di costruire una chiesa più ampia che consentisse lo svolgimento migliore delle funzioni liturgiche. Negli anni 1908 - 1910 fu costruita la Basilica di San Giuseppe secondo il progetto dell’ing. Romano - svizzero Carlo Waldis. In stile gotico a navata unica. Sopra il portone un bassorilievo rappresenta S. Giuseppe con Gesù Bambino. Più in alto sono le statue di S. Francesco d’Assisi e di S. Antonio di Padova modellati su disegno di Ugone Linderth. Il campanile del 1912 possiede tre campane, accordate alle note di “Si, La, Sol”, come quelle della Basilica di S. Pietro a Roma.

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