INFORMAZIONI


Scheda

Nazione: Italy
Regione: Abruzzo
Provincia: Aquila (AQ)
Comune:  Roccacasale
Localita' o frazione: Centro
Nome bene:  Eremo di San Michele Arcangelo

Cenni storici

Eremo di San Michele Arcangelo - Roccacasale (AQ)

La chiesa parrocchiale si presenta esternamente in stile settecentesco. La facciata principale è abbellita da una statua in pietra raffigurante San Michele Arcangelo. Un'altra, più rozza, duecentesca, trovasi murata nel retro dell’edificio sacro. L’interno cinquecentesco, del tutto rimaneggiato, è a tre navate. Da una lapide posta sulla facciata principale della chiesa si rileva che la stessa fu consacrata a San Michele Arcangelo con indulgenza plenaria dal Vescovo di Valva “Vincentis Dozellus” l’8 maggio 1579. Molte importanti informazioni sulla chiesa e sulla cittadinanza sono andate irrimediabilmente perdute in quanto gli archivi parrocchiali furono dati alle fiamme dai francesi nel 1799 durante l’invasione del paese. Inoltre oltre alle barbarie perpetrate dai francesi la chiesa parrocchiale è stata successivamente spogliata delle opere artistiche e degli arredi sacri che restavano. L’ultima opera simoniaca è stata messa in atto nell’autunno del 1962 quando furono asportate dalla chiesa le ultime testimonianze di un fausto passato. Con l’ultima spoliazione sono venuti a mancare il battistero in pietra infisso sotto la gradinata che conduce all’organo, un dipinto in legno raffigurante San Giovanni situato sull’altare omonimo (l’attuale altare della Vergine Assunta), le diverse acquasantiere in pietra, decine di quadri ed inoltre il pulpito ligneo cinquecentesco.

La Chiesa di San Michele Arcangelo
La chiesa parrocchiale si presenta esternamente in stile settecentesco. La facciata principale è abbellita da una statua in pietra raffigurante San Michele Arcangelo. Un'altra, più rozza, duecentesca, trovasi murata nel retro dell’edificio sacro. L’interno cinquecentesco, del tutto rimaneggiato, è a tre navate. Da una lapide posta sulla facciata principale della chiesa si rileva che la stessa fu consacrata a San Michele Arcangelo con indulgenza plenaria dal Vescovo di Valva “Vincentis Dozellus” l’8 maggio 1579. Molte importanti informazioni sulla chiesa e sulla cittadinanza sono andate irrimediabilmente perdute in quanto gli archivi parrocchiali furono dati alle fiamme dai francesi nel 1799 durante l’invasione del paese. Inoltre oltre alle barbarie perpetrate dai francesi la chiesa parrocchiale è stata successivamente spogliata delle opere artistiche e degli arredi sacri che restavano. L’ultima opera simoniaca è stata messa in atto nell’autunno del 1962 quando furono asportate dalla chiesa le ultime testimonianze di un fausto passato. Con l’ultima spoliazione sono venuti a mancare il battistero in pietra infisso sotto la gradinata che conduce all’organo, un dipinto in legno raffigurante San Giovanni situato sull’altare omonimo (l’attuale altare della Vergine Assunta), le diverse acquasantiere in pietra, decine di quadri ed inoltre il pulpito ligneo cinquecentesco.

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La natura prevalentemente montuosa di Roccacasale, ha favorito nel passato, lo sfruttamento pastorale di buona parte del suo territorio. La pastorizia, ha svolto un ruolo importante nell'economia del paese, nel suo sviluppo storico, culturale e religioso. Gli allevatori - agricoltori praticavano la monticazione, transumanza in verticale, ossia il trasferimento stagionale delle greggi verso i pascoli in alta quota, ed erano più legati a luoghi fssi anche perché a volte associavano all'allevamento una magra agricoltura di montagna. La salita ai pascoli iniziava nel mese di aprile, con l'occupazione delle grotte più vicine al paese e terminava verso la fne di giugno, quando le greggi raggiungevano i pascoli estivi e venivano ricoverate negli stazzi in pie -tra a secco. In autunno si scendeva a valle, si rioccupavano le grotte e ai primi freddi si rientrava nelle stalle.

Descrizione della Grotta
La grotta pastorale "Lu Caularoìn" è così denominata poiché la zona circostante veniva utilizzata come cava di rena (sabbia). I pastori hanno sfruttato abilmente la cavità naturale esistente sotto la roccia per ricavarne un ricovero per le capre, recintandola con un muretto a secco, dotato di uno stretto ingresso chiuso da un cancelletto realizzato con rami intrecciati. Il basso muro era sormontato da rami di pinoo ginepro per rendere difficile l'ingresso ai predatori e la fuoriuscita delle capre. Internamente il recinto era diviso da una rete che delimitava la zona cella mungitura. All'esterno si trovava lo spazio destinato al giaciglio del pastore fatto di frasche secche e nelle sue vicinanze, sottoroccia, ancora ben identifcabile, lo spezio dedicato al focolare per la lavorazione del latte. L'arredo del ricovero temporaneo del pastore era ridotto all'essenziale. Parte di questa attrezzatura veniva riposta su un palo in legno infisso nel terreno, sul qua -le si potevano appendere il paiolo, detto "lu caccm", il mestolo per il formaggio lu munnatur i cestini di giunco che servivano per contenere il formaggio, le "fruscelle", "lu sctumpagn" dove scolavano il formaggio. In questi luoghi si sono succeduti secoli di storie e leggende dei nostri pastori, le loro tradizioni e lo svolgersi della vita quotidiana. La transumanza - monticazione rievoca genti pronte a sfidare le avversità naturali, alle volte disposte a credere a sortilegi e magie per proteggersi dai morsi dei lupi e dai furti dei briganti, ma nella realtà, legati al culto dei santi in modo fervido e con la massima venerazione. Per questo motivo e prima che ceda del tutto nell'oblio si sente il dovere di immagini e di valori antichi e si è deciso di posizionare nella grotta la statua di San Michele Arcangelo a testimonianza della dedizione dei pastori al Santo, che usavano mettere una sua effigie nelle grotte a protezione loro e degli animali.

Il culto di san Michele Arcangelo e il mondo pastorale
Il culto dell'Arcangelo Michele è di origine orientale. Introdotto in Italia dai Bizantini durante i primi secoli del Cristianesimo, si sviluppò presso i Longobardi dopo la conversione al cattolicesimo del popolo germanico, avvenuta dopo il loro stanziamento in Italia (568), diffondendosi in tutta Europa, in seguito all'apparizione dell'Arcangelo, sul Gargano in Puglia. Contribuirono ad accrescere il culto del Santo nell'Italia centro meridionale e in particolare nell'area abruzzese, i pastori che viaggiavano tra Puglia e Abruzzo sulle vie della transumanza. Fu naturale che, col diffondersi del Cristianesimo, Ercole, la divinità pagana prediletta dal mondo pastorale, si trasformasse nell'Arcangelo Michele, messaggero di Dio, guerriero e capo delle milizie celesti, protettore dei pastori. L'Arcangelo rappresentava l'eroe invincibile che rassicurava l'animo del pastore esorcizzando la paura dell'ignoto e simboleggiando nel contempo, la forza della fertilità e della germinazione. Non è un caso, che, quando Alfonso D'Aragona istituì la Regia Dogana della Mena delle Pecore, stabilì i giorni di apertura e chiusura della transumanza nelle date di festività del Santo: 29 settembre e 8 maggio. Contadini e pastori potevano, a questo punto, stare tranquilli, sapevano che sopra di loro c'era Lui a controllare affinché tutto andasse per il verso giusto. "Da S.Michele a S. Michele", era il detto dei pastori, che scandiva il loro tempo di permanenza nel Tavoliere, alludendo alla visita al famoso santuario di Monte S. Angelo in Puglia, visita che veniva rigorosamente osservata sia all'attivo che alla partenza dalla Puglia. A ciò si aggiunge che i primi santuari dedicati all'Arcangelo sorgevano lungo i percorsi tratturali e sull'esempio di quello del Gargano, venivano fondati nei pressi delle grotte, ricoveri delle greggi e luoghi di culto dove invocare la protezione divina per affrontare i rischi di una vita fatta di disagi fortissimi (lupi, briganti e malaria). In Abruzzo molti sono i luoghi che conservano la testimonianza dell'antica devozione, attraverso l'intitolazione di chiese, di grotte pastorali e la celebrazione di feste religiose. A Roccacasale, la chiesa parrocchiale, intitolata a San Michele Arcangelo, fu consacrata con indulgenza plenaria dal Vescovo di Valva "Vincentis Dozellus" proprio l'8 maggio del 1579. come rivela la lapide posta sulla facciata principale, in stile settecentesco, abbellita da una statua in pietra raffigurante San Michele Arcangelo. Un'altra statua, più rozza, duecentesca, si trova murata nel retro dell'edifcio sacro. La ricorrenza in onore del Santo è molto sentita e viene festeggiata sia P8 maggio che il 29 settembre, con il coinvolgimento di tutto il paese. Per questo motivo si è deciso di dedicare la grotta "lu caularoin" al culto di San Michele, con la collocazione della statua, benedetta dal parroco, in occasione della festività del 29 settembre 2016. " lo sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile e custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini....quel che sarà chiesto nella preghiera sarà esaudito". Quindi dedica la grotta al culto cristiano.

Locandina in loco

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