INFORMAZIONI


Scheda

Nazione: Italy
Regione: Abruzzo
Provincia: Teramo (TE)
Comune: Sant'Omero
Localita' o frazione: Aviosuperficie - Santa Maria a Vico
Nome bene: Chiesa di Santa Maria a Vico

Cenni storici

Chiesa di Santa Maria a Vico - Sant'Omero (TE)

La chiesa di Santa Maria a Vico è un luogo di culto cattolico abruzzese. Si eleva, austera e solitaria, nelle campagne della Val Vibrata che circondano il paese di Sant'Omero in provincia di Teramo. È annoverata, dall'anno 1902, nell'elenco dei monumenti nazionali italiani. Valutata come sito paesaggistico di interesse nazionale, è stata l'unica chiesa del territorio provinciale teramano a ricevere, il 28 luglio 2011, il bollino di Meraviglia Italiana dal concorso promosso dal Forum Nazionale dei Giovani con il patrocinio della Camera dei deputati, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Ministro per la Gioventù e del Ministro del Turismo. È uno dei siti più noti d'Abruzzo legati alla fede cristiana perché identificato da Francesco Savini come il più antico monumento della regione costruito anteriormente all'anno 1.000 ed arrivato ai nostri giorni nella sua quasi completa interezza.

Il silenzio delle fonti documentali non consente di stabilire una datazione precisa e puntuale dell'anno di fondazione della chiesa. Gli storici, oltre al Savini, hanno avanzato diverse ipotesi sul tempo dell'edificazione, per alcuni risalirebbe al X secolo, per altri tra l'XI ed il XII secolo, ma tutti condividono che l'odierna fabbrica, sebbene sia stata rimaneggiata e restaurata, non si discosti molto dall'impianto primitivo. L'affermazione del Savini, storico teramano, trova conforto dal rinvenimento dei primi anni '70, quando durante il corso dell'ultimo restauro, sono state ritrovate le vestigia di un edificio, di epoca romana e di più ampie dimensioni, evidenziatesi al di sotto del piano del calpestio della zona absidale che Marcello Sgattoni ha identificato e classificato come i resti di una costruzione «presumibilmente paleocristiana». Francesco Aceto analizza come la conformazione dell'edificio, caratterizzata da «stringenti analogie stilistiche» e tematiche, sia riconducibile, per proporzioni e rapporto degli spazi, ad una tipologia diffusa in Abruzzo, nell'area di influenza cassinese, tra l'ultimo quarto dell'XI secolo e la metà del XII. Lo stesso impianto di Santa Maria a Vico è stato proposto ed attuato nella variante delle tre absidi nelle chiese di: San Liberatore alla Majella, San Pietro ad Oratorium, San Clemente al Vomano, Sant'Angelo a Pianella, Santa Maria del Lago a Moscufo e a San Nicola a Canzano. La terminazione dell'aula ad una sola abside è stata realizzata nelle chiese di: Santa Maria in Valle Porclaneta, San Vincenzo a Turrivalignani ed a San Giovanni ad insulam. La prima menzione documentata della Plebs Sanctae Mariae in Vico, ossia: Pieve di Santa Maria a Vico, è riportata nella bolla pontificia emanata da papa Anastasio IV il 27 novembre 1153 con cui la attribuisce alla mensa vescovile della Diocesi Aprutina retta dal vescovo Guido. Il titolo di plebs le conferiva dignità di funzioni di chiesa parrocchiale e di cura delle anime, oltre all'idoneità dell'amministrazione del sacramento del battesimo. Un'ulteriore menzione di Santa Maria a Vico si ricava nell'anno 1326 quando il plebano, (citato come Iacopo e Giacomo), nel giorno del 27 novembre, versa 12 tarì in oro, riportati dalle Rationes Decimarum Italiae, (Aprutium), ai collettori apostolici della decima annuale da corrispondere alla diocesi aprutina. Nel corso del tempo la chiesa è stata restaurata per la prima volta nell'anno 1885 dall'architetto Giuseppe Sacconi ed una seconda volta da Mario Moretti tra il 1970 ed il 1971.

Architettura
L'intero edificio ha forma basilicale, «derivante da uno schema iconografico paleocristiano», è disposto e orientato da ovest verso est, seguendo il cammino del sole. L'estetica del fronte appartiene ai lavori avvenuti nel XIV secolo, ossia in un secondo momento rispetto all'elevazione della chiesa originaria, ed in questo intervento fu aggiunta la torre campanaria che occupa lo spazio della prima campata della navata sinistra. Il corpo di fabbrica presenta complessivamente 5 finestre, chiuse da transenne in travertino traforato che riproducono disegni geometrici. Nel prospetto posteriore si allarga la curvatura dell'abside che, con la sua ampia curvatura, esprime ancora il gusto paleocristiano della costruzione. La facciata si mostra nella sua essenziale semplicità, allineata con la torre campanaria, è aperta nella zona centrale da una sola porta d'ingresso e si conclude a terminazione piana. Coeva è anche la realizzazione della cortina in mattoni del fronte che presenta, nella porzione sinistra, una rara posa in opera di laterizi disposti ad opus spicatum che si ripete anche nella corrispondente parete interna di sinistra e sulla terminazione piana della torre campanaria. Nello spazio centrale vi è il rosone aggiunto durante il restauro ottocentesco condotto dal Sacconi.

Gli affreschi
Permangono ancora oggi, sulle pareti e nel sottarco dell'ultimo intercolumnio di destra, timide tracce affrescate che risultano piuttosto compromesse per una chiara lettura. Lungo la parete destra della navata centrale, al di sopra del terzo arco, sono stati eseguiti all'interno di due registri contigui le immagini di una Madonna in trono col Bambino e di un Cristo in trono che regge un libro con la mano sinistra, ritratto su uno sfondo quadrettato, entrambi riferibili al XIV secolo, tra il 1325 ed il 1349. Nello spazio ottenuto a seguito della tamponatura del terzultimo valico della navatella sinistra, con la tecnica dell'affresco su intonaco, è stata dipinta all'interno di una cornice a motivi geometrici, l'effigie di una Madonna velata in trono col Bambino, e più in alto, un'Annunciazione, risalenti al XIV secolo, collocabili tra il 1325 ed il 1349. Lo stato di conservazione consente solo di osservare «indiscutibili cadenze giottesche, assorbite molto probabilmente dall'Umbria». Nell'ultimo sottarco di sinistra sono leggibili un Cristo Benedicente a mezzo busto in un clipeo e san Giovanni evangelista che reca in mano un cartiglio, quest'ultimo si trova nel miglior stato di conservazione. Probabilmente eseguito da un altro autore, tra il 1340 ed il 1360, si caratterizza per le forme allungate e per i tratti del volto che mostrano una tendenza «più scopertamente gotica».

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_a_Vico_(Sant%27Omero)

LINK UTILI



GALLERY


Photo Gallery A.D. 2019


DOVE SI TROVA


Simple Map

Condividi su Facebook