INFORMAZIONI


Scheda

Nazione: Italy
Regione: Abruzzo
Provincia: Teramo (TE)
Comune: Sant'Egidio alla Vibrata
Localita' o frazione: Faraone
Nome bene: Faraone Antico

Cenni storici

Faraone Antico - Sant'Egidio alla Vibrata (TE)

Faraone, noto anche con le denominazioni di Faraone Vecchio e Faraone Antico, è una frazione del comune di Sant'Egidio alla Vibrata in provincia di Teramo nella regione Abruzzo. L'insediamento si trova tra i paesi di Villa Lempa e Sant'Egidio alla Vibrata, a meno di 5 km dal capoluogo comunale, al confine tra i territori dell'ascolano col teramano. Il piccolo borgo sorge raccolto su una modesta altura che si eleva tra profondi fossati nei quali scorre il Salinello che si congiunge al Vibrata. È possibile raggiungere l'area dell'incasato percorrendo la Strada Provinciale 2 che conduce a Villa Lempa e proseguire per via di Faraone Antico. Fu possedimento di varie nobili famiglie, ma la più importante e ricca fu quella dei baroni Ranalli che governarono il territorio fino al 1950, anno del terremoto. I discendenti di questa nobile famiglia, nonostante il grave danno arrecato dal terremoto, possiedono gran parte dei territori di Faraone Nuovo e il proprio titolo baronale. Il paese rappresenta il nucleo originario più antico dal quale si sono trasferiti gli abitanti che hanno dato vita al paese di Faraone Nuovo, costruito nei pressi della chiesa paleocristiana di San Vito, quando con il Decreto del Presidente della Repubblica, n. 424, del 23 febbraio 1952, Luigi Einaudi stabilì il dislocamento in nuova sede urbana. Lo spostamento dei residenti si rese necessario sia a causa dell'evento sismico che nel settembre del 1950 aveva colpito il paese e sia per l'accentuarsi del movimento franoso che coinvolgeva l'area dell'abitato, rendendo insicure e inagibili le dimore di Faraone.

Il borgo, come ricorda Luigi Ercole: «(...) era ne' tempi andati un Castello, di cui restano alcune vestigia, e dalle rovine del quale Farone è sorta.» Il centro sviluppa il suo compatto impianto architettonico tra una piccola gradinata in ciottoli e stradine in terra battuta, ricoperte da folta vegetazione da cui s'intravedono le antiche abitazioni. Le dimore si presentano come antichi ruderi e rovine, complessivamente sono circa 25, databili tra il XVIII e il XIX secolo, ma alcune mostrano segni di maggiore vetustà. Un tempo era interamente circondato da mura perimetrali di difesa di cui oggi sopravvivono solo alcuni tratti. Si accede al suo interno da sud, attraverso la porta rinascimentale che immette sulla piazza principale del paese, dove si trovano la chiesa dedicata a Santa Maria della Misericordia e il cosiddetto «palazzo baronale» appartenente ai ricchi baroni Ranalli, antica famiglia nobiliare di origini neretesi. Il perimetro esterno della cinta muraria presenta un'altra porta, rivolta ad est, realizzata in pietrame non lavorato legato da malta.

Cronologia storica essenziale

Le origini di Farone Vecchio risalgono al periodo della dominazione longobarda del territorio abruzzese, quando lo stesso popolo germanico eresse le opere fortificate sulla sommità dell'altura.[11] La posizione strategica del sito fu sfruttata come baluardo militare di difesa del Ducato di Spoleto per il controllo della via Metella. Nel corso dei secoli il paese visse alterne vicissitudini e passò dalle perteninze dell'Abbazia di Montecassino alla proprietà della Contea e del Capitolo di Ascoli Piceno, alle competenze del Giustiziere d'Abruzzo oltre il Pescara e all'università di Civitella del Tronto.

XI secolo
1001 - I primi documenti che citano il castello di Pharaone risalgono all'anno 1001, quando, insieme a Murro, odierna denominazione di Piane di Morro, paese in provincia di Ascoli Piceno, fu donato da Raterio, figlio di Giuseppe, all'abbazia di Montecassino come bene di sua proprietà nella Contea Ascolana.

XII secolo
1137 - L'imperatore Lotario III menzionò in un elenco di pertinenze dell'abbazia cassinate i castelli di Pharaone e Murro.

1150 - Corrado III, a Norimberga, affidò Faraone alla Contea Ascolana donandolo al vescovo di Ascoli.

1185 - Federico I fra i possedimenti riconosciuti alla Chiesa Ascolana che accolse sotto la sua protezione il 18 settembre dello stesso anno, citò anche Pharaone.

1193 - Enrico IV donò Faraone al vescovo Rinaldo della Chiesa di Ascoli.

XIII secolo

1252 - Innocenzo IV riconfermò tra i possedimenti della Chiesa Ascolana il Castello di Faraone con l'obbligo per gli uomini della località di giurare fedeltà e obbedienza al vescovo di Ascoli.

1255 - Papa Alessandro IV, investendo Teodino vescovo di Ascoli, gli assegnò anche Pharaone.

1237 - Carlo I d'Angiò comprese nelle competenze del Giustizierato d'Abruzzo oltre il Pescara anche Faraonum, affidandolo a Egidio de Saint-Liè che aveva investito della nomina di Giustiziere.

1276 - Oltremare Melatino di Aquilano fu citato in giudizio dal Giustiziere d'Abruzzo per aver tenuto occupate parti del castello di Faraone.

XIV e XV secolo

1320 - Nell'ottobre di questo anno la Regia Curia, nella città di Napoli, fissò in 22 once e 14 grana la sovvenzione annua di Faraone.

1454 - Alfonso V d'Aragona acconsentì alla vendita di una porzione dei feudi di Faraone tra il chietino Giovanni Vagliani, venditore, e Gioacchino di Nicola Luigi e Marino di Cola Mingo di Civitella del Tronto.

1497 - Federico d'Aragona restituì il Castello di Faragone, allora in possesso della Chiesa, all'università di Civitella del Tronto.

1499 - Il Castello di Faragone fu reintegrato da Federico d'Aragona nell'università di Civitella del Tronto e affidato al sindaco Vanne di Cola.

XVI e XVII secolo

1502 - Luigi XII, re di Francia, sancì il possesso del Castello di Faraone all'università di Civitella del Tronto.

1556 - Il castello di Faraone fu occupato dalle truppe pontificie al comando di Antonio Carafa, conte di Montorio e nipote di Paolo IV, che partì da Ascoli.

1588 - Papa Sisto V emanò il motu proprio, (Nuper de certis causis), che unì le dipendenze dell'abbazia di Santa Maria in Montesanto alla diocesi di Montalto.

1611-1614 - Dagli atti del vescovo G.B. Visconti di Teramo risulta che a Faraone, in quegli anni, vi fu una chiesa parrocchiale.

1640 - Faraone fu trasferito in feudo dalla soggezione di Civitella del Tronto a Carlo Ottoni di Matelica.

XVIII e XIX secolo

1797 - Farone contava 1500 anime. Il Castello si trovava nella sfera dei possedimenti della famiglia nobiliare dei Ranalli.

1863 - Con un Decreto Reale del 23 giugno Faraone fu accorpato al comune di Sant'Egidio alla Vibrata.

Chiesa di Santa Maria della Misericordia

La chiesa è stata edificata all'interno del perimetro delle mura di cinta del borgo, lungo il ciglio del dirupo meridionale dell'altura. Dall'estetica semplice ed essenziale è scandita da un'unica navata. Si evidenzia, nei tratti inferiori della costruzione delle pareti, un impianto primitivo realizzato con pietre squadrate e sopraelevato con pietre non lavorate legate da malta. L'austera facciata accoglie l'apertura d'ingresso, sormontata dall'architrave con epigrafe del portale, due finestre ad arco murate, una finestra ad arco aperta e un oculo. L'iscrizione dell'architrave recita: «Hoc templum / ad meliorem formam redactum est / anno 1888 / Aloisio Franchi». Restaurata nel corso dei secoli, deve all'intervento conservativo, eseguito alla fine del XIX secolo, l'aggiunta della rifinitura in mattoni della porta d'ingresso e del portico esterno costruito lungo il fianco longitudinale sinistro. La chiesa è una delle parrocchie delle vicarie foranee della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. Al suo interno erano conservati pregevoli arredi, ora custoditi presso la nuova chiesa parrocchiale.

https://it.wikipedia.org/wiki/Faraone_(Sant%27Egidio_alla_Vibrata)

LINK UTILI



GALLERY


Photo Gallery A.D. 2019


DOVE SI TROVA


Simple Map

Condividi su Facebook